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IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Quante volte ci siamo incontrati e scontrati con le beatitudini? La loro cadenza, il loro ritmo, il loro suono ci affascinano, tanto da saperne qualcuna a memoria; ma rimaniamo sbigottiti e attoniti quando le confrontiamo con la nostra vita e diciamo a noi stessi: “non ce la farò mai a viverle tutte”. Ebbene quando noi diciamo questo ci sentiamo poveri, nudi, disarmati; è questo il sentimento giusto che dobbiamo percepire: la sensazione di essere distanti, lontani da questo ideale di felicità! È l’inizio per vivere le beatitudini: la nuova legge di Dio. Qual è la differenza tra la felicità del mondo e quella di Dio? La felicità del mondo è subito appagante; la felicità che ci propone Dio viene dilazionata nel tempo. La felicità del mondo è qualcosa che conquistiamo noi; la felicità di Dio è la sua conquista su di noi. Dio ha scelto un criterio per vivere la relazione con lui: la povertà, la debolezza. Colui che è felice non è chi ha di più, ma chi ha di meno e aspetta da Dio la sua pienezza. La vera felicità è di chi attende la sua pienezza da Dio e sente il bisogno di affidarsi continuamente a Lui. Ecco allora la prima beatitudine, la più urgente, quella fondamentale che se si vive questa, si è anche in grado di vivere tutte le altre: “beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli”.

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III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - San Vincenzo Martire

Il vangelo che abbiamo ascoltato, come anche quello di domenica scorsa, non fa altro che prolungare il mistero del Natale. Anche qui si tratta di una manifestazione di Gesù agli uomini. “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”. Questa luce è Gesù che viene ad illuminare i popoli pagani, quelle regioni che erano messe ai margini della Giudea. Gesù avrebbe dovuto iniziare, come facevano i profeti, da Gerusalemme ed invece inizia la sua predicazione ai suoi confini per portare la sua Parola. Dio inizia sempre dalle periferie, come dice oggi molto bene Papa Francesco parlandoci di periferie esistenziali. Il cristiano è sempre colui che è invitato a guardare e a partire da quelle realtà più scomode, più lontane, più distanti dal proprio modo di vedere e di sentire. Una comunità cristiana che vive in modo pacifico la sua fede, pensando di bastare a se stessa, di non osare a fare ulteriori passi nei confronti di fratelli e sorelle distanti per cultura, religione, sensibilità, opinioni, povertà di ogni tipo non può vivere pienamente la propria vocazione e tradisce la propria natura per cui è stata pensata e voluta da Gesù stesso. Dio incarnandosi nel suo Figlio Gesù ha limitato la sua azione a delle regioni ben precise, non si è rivelato al mondo con una potenza irresistibile, ma si sottomesso anche lui alle leggi della natura umana, dello spazio e del tempo.

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Festa patronale di San Vincenzo 2017

Sabato 21 gennaio

ore 16, inaugurazione della Casa delle Associazioni, con intitolazione al teologo Michelangelo Chiaretta, e dei nuovi locali della Biblioteca Civica.

ore 16.30, apertura e visita delle sedi delle associazioni: Aido, Anpi, Avis, Equilibra Running Team, Giovaninsieme, I Turlupupi, ’L Nòst Pais, L’Abbraccio, Le solite facce, Muoversi Allegramente, Pesca Sportiva, Pro Loco, Radioamatori, Gioco & Sport Roller Skates, San Vito Italia.

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Festa di Sant'Antonio Abate 2017

Domenica 15 gennaio 2017

  • ore 10, Ritrovo in piazza
  • ore 10:30, Santa Messa nella chiesa parrocchiale con offerta dei frutti della terra
  • ore 11:30, Benedizione dei cavalli e dei trattori
  • ore 12, Rinfresco presso il centro Nole Forum
  • ore 12:30, Pranzo presso il centro Nole Forum

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Natale del Signore 2016 - Omelia

Che cos’è per me il Natale? Questo è il decimo anno, da quando sono sacerdote, che celebro questa notte santa eppure m’interrogo sempre con questa domanda. Che cos’è Natale te lo spiegano quando studi teologia o fai catechismo, ma mi accorgo ogni anno che passa che non basta sapere occorre sperimentare sulla propria pelle, così come Dio ha sperimentato con la carne il suo farsi uomo. Vi dico quello che ho sperimentato io quest’anno: nei bambini della scuola materna che esprimono la loro gioia perché ti attendono come Papa Francesco, ma anche negli anziani, negli ammalati, nei penitenti che non nascondono la loro fatica, le loro lacrime, la loro vulnerabilità. Dio ha voluto lasciarsi incontrare in questi due luoghi: una mangiatoia e una croce. La mangiatoia e la croce rappresentano i luoghi nei quali si è manifestata la vicinanza di Dio, il suo amore, la sua gloria.

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Diventa chierichetto, diventa cantore!

Diventando chierichetto o cantore vivrai un viaggio pieno di nuovi amici e tante avventure; è un modo per stare insieme imparando in amicizia e allegria, nel gioco e nello stare insieme. Ma soprattutto è un modo per partecipare alla Santa Messa in modo festoso e per stare vicino a Gesù.

Il primo incontro sarà sabato 7 gennaio alle 16 in oratorio: un'occasione per conoscerci, giocare e fare merenda insieme. Non mancare!

Volantino

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IV Domenica di Avvento (Anno A)

Siamo ormai giunti alle soglie del mistero del Natale del Signore. siamo nella fase dei preparativi che ha già coinvolto Maria e adesso coinvolge anche la vita di Giuseppe. L’irruzione del divino nella storia degli uomini e nella nostra storia personale sconvolge sempre le nostre esistenze. Non possiamo solo affidarci alla nostra ragione, ma aprirci al dono della fede significa lasciare che Dio agisca senza avere la pretesa di capire tutto. È proprio l’esperienza di San Giuseppe che ci indica come accogliere anche noi Gesù nella nostra vita. Il tema predominante in questo vangelo è quello del discernimento. Noi ogni giorno facciamo discernimento, facciamo le nostre scelte che includono alcune e ne scartano altre. Nel momento in cui scegliamo automaticamente ne escludiamo altre perché pensiamo che quella scelta sia la migliore; a volte facciamo anche delle scelte sbagliate perché non abbiamo ponderato bene tutte le conseguenze.

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III Domenica di Avvento - Gaudete (Anno A)

Siamo nella domenica della gioia perché il vangelo di oggi ci spiega di quale gioia si tratta, della gioia evangelica che è diversa da quella che ci propone il mondo. Il Vangelo ci narra dell’esperienza di prigionia del Battista. Sembrerebbe in questa situazione che non ci sia nessun presupposto per gioire. Chi di noi potrebbe gioire in un contesto di prigioni e quindi di sofferenza? La prigione per Giovanni rappresenta il completamento della sua missione che preannuncia anche quella di Gesù: prima di essere ucciso come il Battista Gesù sarà messo in prigione. Il Battista con questa domanda che affida ai suoi discepoli che diventano suoi portavoce, vuole trovare una connessione, una continuità tra la sua predicazione e quella di Gesù. C’è una evidente discontinuità. Giovanni pensava che Gesù dovesse completare la sua Opera di giudizio definitivo, ma nulla sembra far presagire questo, né tanto meno la pronta liberazione.

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Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

È sempre dolce e consolante celebrare la solennità dell’Immacolata in questo tempo di attesa e di operosità. Maria è la prima discepola del Signore che c’insegna ad attendere con fiducia l’avvento del Signore, lei che ha atteso la sua prima venuta nella storia degli uomini, ora è in attesa con noi, suoi figli, dell’ultima venuta definitiva del suo Figlio Gesù. Maria che ha generato nella carne Dio che si è fatto uomo, ora vuole generare in noi, nella nostra umanità, il suo Figlio perché lo accogliamo nella fede e lo attendiamo con perseveranza nel bene e nell’amore. Se per mezzo di Maria incominciò la salvezza, per mezzo di Maria deve essere compiuta. Nella seconda venuta del Figlio, Maria deve essere conosciuta e rivelata per opera dello Spirito Santo, affinché per mezzo suo Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito.

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II Domenica di Avvento (Anno A)

“Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino”. È l’annuncio del Battista che verrà ripreso con forza da Gesù. Domenica scorsa ci eravamo soffermati sul significato del tempo: la maggior parte di esso la viviamo nell’ignoranza e nella paura di ciò che accadrà se non viviamo questo tempo in prospettiva dei beni futuri: o viviamo la relazione con Gesù come quella di un ladro che viene a “rubarci” le cose della nostra vita o viviamo la relazione con Lui nell’attesa di ricevere qualcosa di nuovo e di sorprendente: il Regno dei Cieli. Chi è già appagato delle cose di questa terra non potrà mai aspettarsi nulla di nuovo da Dio e non attenderà nessuno; chi invece si mette in quell’atteggiamento di essenzialità e povertà si attenderà da Dio cose sempre nuove. È per questo motivo che il Battista vive la condizione del Popolo errante nel deserto. Il suo è un ritorno alle origini.

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I Domenica di Avvento (Anno A)

“Come furono i giorni di Noè”. È emblematica la storia di Noè preso come paradigma della nostra vita. I tempi di Noè sono i miei tempi, la mia vita. In questa prima parte dell’avvento siamo invitati ad entrare nel mistero del tempo su questa terra. Come noi viviamo il nostro tempo? Che cosa ci dice la storia di Noè? Noi passiamo la maggior parte del nostro tempo inconsapevoli di quello che avverrà: “mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito senza accorgersi di nulla”. Questa è la triste realtà dell’umanità! Quanti uomini e donne vivono in questo “pacifico” dramma. Quando solitamente ci arriva una cosiddetta “tegola” sulla nostra testa, all’improvviso siamo catapultati in un mondo che prima non ci apparteneva; questo solitamente non avviene gradualmente, ma dall’oggi al domani. Un lutto, una disgrazia, una malattia, una preoccupazione, un’ansia, come del resto anche gioie improvvise, buone notizie ci raggiungono in modo improvviso.

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Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo (Anno C)

In quest’ultima domenica del tempo ordinario si conclude il grande Giubileo della Misericordia con la chiusura della Porta Santa. Il Vangelo e la liturgia odierna accompagnamo questo rito e l’icona del Vangelo svela il senso di quello che abbiamo vissuto. Sicuramente molti ne hanno approfittato per sperimentare più da vicino la misericordia del Padre e questi hanno portato frutti di vita eterna, altri si sono lasciati sfuggire questa esperienza e non si sono lasciati raggiungere dalla misericordia di Dio, come il Popolo che “stava a vedere”, oppure di coloro che hanno rifiutato di accogliere questo Dono di grazia. Il Giubileo è anche questo: il mistero del rifiuto della misericordia di Dio. Nel vangelo si alterna questo rifiuto di riconoscere in Gesù il messia da parte dei sacerdoti, dei soldati, di uno dei malfattori, oppure di coloro come il buon ladrone che hanno ricevuto la promessa della salvezza.

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Solennità della chiesa locale (Anno C)

La solennità che celebriamo in questa penultima domenica del tempo ordinario ci fa vivere il mistero della nostra appartenenza alla Chiesa, di quel legame invisibile ma forte che esiste tra noi e con il Signore Gesù. Oggi viviamo nell’epoca della crisi di appartenenza, della fragilità dei legami umani. Impoverendo l’immagine che noi ci siamo fatti di Dio, inevitabilmente abbiamo impoverito anche l’immagine dell’uomo e della donna. La Parola di Dio ci dice che è possibile rimanere uniti tra di noi se c’è all’origine della nostra esistenza un principio unificatore che garantisca il nostro essere Chiesa, la formazione della nostra comunità cristiana: questa realtà è espressa con l’immagine della vite e dei tralci che spiega, attraverso questo simbolismo agricolo, che cosa avviene in noi.

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Appuntamento: A dieci anni dal crollo del campanile

La Parrocchia e il Comune di Nole sono lieti di invitarvi martedì 15 novembre:

  • alle ore 21 presso la chiesa parrocchiale, Santa Messa di ringraziamento per la protezione sulla comunità nolese nel momento del pericolo.
  • alle ore 22, in oratorio, castagnata in collaborazione con la Pro Loco di Nole.

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XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

[…] Non è possibile che tutto si concluda con la morte. A che serve realizzarci su questa terra se ciò non ha uno sbocco oltre la morte? Se i miei atti, i gesti quotidiani, i miei affetti si perdono nel vuoto lasciato dalla mia morte? È possibile amare pienamente senza la speranza nella resurrezione? Forse è questa la domanda giusta da porre.

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Solennità di tutti i Santi

Il libro dell’Apocalisse che abbiamo ascoltato ci rivela una verità fondamentale. Molti uomini hanno lasciato la loro impronta, le loro tracce, nella nostra storia, ma chi ha dato un senso alla storia sono altri: i santi! Sì, noi oggi contempliamo il senso della storia, l’epilogo felice di ogni esistenza, la risposta, anche se ancora da realizzare, a tutte le nostre domande. Questa festa ci dice chi sono davvero i grandi della Terra. Sono coloro che si sono lasciati afferrare dall’Eterno, dal Trascendente, coloro che sono entrati nel mistero pasquale di Gesù di sofferenza, morte e resurrezione. Ciò che rende santa una persona non sono le estasi, i miracoli, ma l’accoglienza nella propria vita di questo mistero pasquale, la sua solidarietà con la passione di Cristo. Nessuno più dei Santi ha vissuto con i piedi per terra ma con lo sguardo rivolto ai Beni del Cielo. Hanno incarnato nella loro vita la passione di Gesù.

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XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Anche in questa domenica ritroviamo la figura di un pubblicano. Non un pubblicano chiunque, anonimo come quello del tempio, ma il capo dei pubblicani: Zaccheo. Un uomo che si era arricchito attraverso la sua professione di esattore delle tasse in un punto strategico come quello di Gerico passaggio obbligato per le carovane e le mercanzie. Insomma in questa città c’era la dogana. Sicuramente fu un uomo che si era arricchito non solo lecitamente secondo la legge romana, ma anche rubando, ricevendo compensi, concussione, corruzione. Potete immaginare l’odio della gente: un intoccabile ma nello stesso tempo un uomo solo; il muro di persone che stanno davanti a lui ne testimonia il rifiuto e il disprezzo.

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Ancora una volta la liturgia della Parola ci fa ritornare sul tema della preghiera. Mentre domenica scorsa il Vangelo si è soffermato sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi mai, oggi il Vangelo ci dice come pregare, come metterci in relazione con il Padre. Il Siracide ci dice che Dio non fa preferenze di persone; ma è vero anche il contrario che Dio ascolta la preghiera degli umili, dei poveri, degli oppressi. C’è una preghiera che Dio ascolta, che arriva a destinazione, che buca le nubi, che arriva direttamente a Diol.

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