È sempre dolce e consolante celebrare la solennità dell’Immacolata in questo tempo di attesa e di operosità. Maria è la prima discepola del Signore che c’insegna ad attendere con fiducia l’avvento del Signore, lei che ha atteso la sua prima venuta nella storia degli uomini, ora è in attesa con noi, suoi figli, dell’ultima venuta definitiva del suo Figlio Gesù. Maria che ha generato nella carne Dio che si è fatto uomo, ora vuole generare in noi, nella nostra umanità, il suo Figlio perché lo accogliamo nella fede e lo attendiamo con perseveranza nel bene e nell’amore. Se per mezzo di Maria incominciò la salvezza, per mezzo di Maria deve essere compiuta. Nella seconda venuta del Figlio, Maria deve essere conosciuta e rivelata per opera dello Spirito Santo, affinché per mezzo suo Gesù Cristo sia conosciuto, amato e servito.

La volontà di Dio è quella di farci amare Maria in questi ultimi tempi:

  1. perché Ella si nascose in questo mondo e si abbassò nell’umiltà;
  2. perché, essendo il capolavoro nelle mani di Dio, Egli vuole essere lodato e glorificato in lei;
  3. perché è il mezzo sicuro, la via retta e immacolata per andare a Gesù Cristo e trovarlo perfettamente;
  4. perché Maria è potente contro il Male. Maria ha intrapreso senza riserve una lotta contro Satana e i suoi alleati. Questi tempi sono caratterizzati dalle nuove persecuzioni e da guerre che c’invitano alla conversione, alla preghiera e alla penitenza. Ciò che Satana perdette per orgoglio e superbia Maria lo acquistò per umiltà; ciò che Eva rovinò e perdette per disobbedienza, Maria lo acquistò per obbedienza. Ciò che Eva, obbedendo al serpente, perdette insieme alla sua discendenza, Maria, rimanendo perfettamente fedele a Dio, salvò con sé tutti i suoi figli.

Maria è la “piena di grazia”, sarebbe più corretto dire la “graziata” che vuol dire che Ella è stata colmata e trasformata per sempre dall’amore di Dio. Che cosa potrebbe significare per noi essere “pieni di grazia”? Non si tratta di quantità, ma di una disponibilità a riconoscere con uno sguardo di fede i doni che Dio ci fa ogni giorno.

Per noi potrebbero significare due cose molto semplici: prima di tutto, stare di fronte a Dio, anziché rifuggire da lui, nascondersi da lui, come hanno fatto Adamo ed Eva. Entrare nell’intimo di noi stessi, dove Dio ha lasciato la sua impronta e la sua presenza. Stare davanti a Dio per asciarci illuminare, rasserenare, pacificare da Lui. Per “riempirci” di grazia appunto.

In secondo luogo, aprirci continuamente alla realtà, così come avvengono nella nostra vita. Non pretendere, cioè, che la mia vita proceda come ho deciso io; piuttosto accogliere ogni cosa che accade nella mia vita, ogni persona che incrocio, ogni aspetto positivo o negativo che scopro di me stesso, ogni gioia e ogni dolore, ogni buon risultato e ogni sconfitta, come un dono, un’opportunità per rispondere a Dio e ai fratelli.

La domanda che ci possiamo porre: “come posso vivere al meglio questa situazione in cui mi trovo adesso?” per lasciarmi guidare e condurre da Dio. Egli può ripetere quel prodigio che ha compiuto in Maria di rendere possibile ciò che è impossibile per gli uomini: trasformare il dolore in coraggio, la tristezza in speranza, il male nel perdono, la morte nella vita eterna.

Sia lodato Gesù Cristo