Oggi riviviamo nella liturgia il tema della gioia, dell’esultanza. Da una situazione di esilio, di lontananza forzata il Popolo è condotto come un bambino nelle braccia di una madre rappresentata da Gerusalemme che accoglie i suoi figli. Che cosa c’è di più bello dell’incontro di una madre che ritrova il proprio figlio perduto? È forse la gioia più grande, più intensa e più bella che si possa sperimentare. La gioia deriva dalla risoluzione di un problema o dall’incontro con una persona? È vero che gli esuli avevano risolto il problema della liberazione con il ritorno del resto, ma non basta per sperimentare la gioia, occorre che ci sia qualcuno che ci accolga. Penso che sia l’esperienza di chi vive nelle carceri e dopo molti anni viene liberato: la gioia non è data solo dall’aver messo fuori il naso dalla cella, occorre che poi ci sia qualcuno pronto ad aspettarti, i tuoi cari, gli amici, i parenti; sono essi che davvero donano gioia. “Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: è vicino a voi il Regno di Dio”. C’è una guarigione che ci permette di accogliere l’annuncio del vangelo: cioè la vicinanza di Dio. Il pericolo è quello di essere guariti, aver risolto il problema, aver eliminato il male ma non accogliere questo annuncio di gioia. Quante persone hanno un rapporto con Dio che si limita alla risoluzione di un problema o quante volte cerchiamo Dio solo quando abbiamo problemi o dobbiamo esporre delle nostre necessità o bisogni. Non è questo il rapporto che Dio vuole perché non ci cambia, non ci apre alla novità del vangelo portata da Gesù. Molte persone oggi sperimentano Dio solo da una povertà, da una mancanza. Quando per esempio la nostra salute viene seriamente compromessa e magari riacquistiamo la salute: o diciamo che siamo stati molto fortunati oppure possiamo sperimentarla come provvidenza di Dio. Nei limiti umani fisici, psichici o spirituali noi possiamo davvero incontrare la presenza di Dio come gioia interiore. Il Signore Gesù è venuto non solo ad eliminare i nostri problemi, ma a illuminarli con la sua vicinanza e la sua presenza. C’è anche quella seconda parte del Vangelo che parla della non accoglienza di questo annuncio. Di fatto molti oggi rifiutano questo annuncio di gioia, di questa presenza di Dio che è diventata scomoda e fastidiosa. Ebbene, il più grande peccato per Gesù non è tanto l’essere colmi di peccati, di debolezze umane perché quelle Dio le perdona se noi siamo disposti ad accoglierlo, ma è il rifiuto di questo annuncio nonostante il Signore ci abbia lasciato segni tangibili e inconfutabili della sua presenza e questo è peggiore addirittura del giudizio su Sodoma, la città dell’antico testamento che è stata condannata da Dio per i suoi innumerevoli peccati e trasgressioni. È questa apatia spirituale che rovina le nostre esistenze, che coincide spesso con un sentimento religioso passeggero di un momento, ma che appena finisce si ritorna a come si era prima.

Perché siamo qui ai piedi della Madonna? Quale grazia ora vogliamo chiedere? Non un bisogno nostro, ma chiediamole l’incontro e la conoscenza con suo Figlio Gesù. Su questo Maria è disposta ad esaudirci immediatamente! La vera devozione mariana è cristocentrica: cioè ci porta a Gesù Cristo e non alla soluzione dei nostri problemi. Onorando la Madre, noi onoriamo e amiamo Gesù Cristo. San Luigi Maria di Monfort nel suo trattato della vera devozione tra i falsi devoti del culto alla beata vergine Maria mette i devoti esteriori: cioè di “coloro che fanno coincidere tutta la devozione in pratiche esteriori… perché privi di spirito interiore… ascolteranno parecchie messe senza attenzione, andranno in processione senza devozione”; devoti presuntuosi: “peccatori in preda alle loro passioni. Amanti del mondo, sotto il bel nome di cristiani e di devoti della santa vergine, celano in se stessi l’orgoglio, la maldicenza, l’avarizia, l’impurità, l’ubriachezza, la collera, la bestemmia o l’ingiustizia”; devoti ipocriti e interessati che “coprono i loro peccati o le loro cattive abitudini sotto il manto della Vergine Maria, al fine di apparire agli occhi degli uomini ciò che non sono o che ricorrono alla Vergine soltanto per ottenere qualche favore, per evitare qualche pericolo, per guarire da una malattia senza di che la dimenticherebbero”.

Sia lodato Gesù Cristo